venerdì 6 febbraio 2015

Marzhieh & Abbas..un rapporto particolare


«Stai piangendo, Maman?»
«No». Cercava di nascondere la propria tristezza.

Il libro “Con le ali ai piedi” tratta di molti argomenti, spesso difficili, scomodi ed è forse quasi per darci una tregua che l'autore ci lancia un'ancora sentimentale permettendoci di dare uno sguardo ad uno dei più profondi e radicati legami esistenti: quello tra una madre e suo figlio.
Rapporto spesso al centro di rappresentazioni letterarie, talvolta tragiche – come Edipo – la relazione che unisce una madre ed un figlio inizia ben prima della nascita.
Giovanni Bollea, emerito neuropsichiatra infantile scrive: c'è intorno alla donna incinta e al suo frutto che cresce una specie di aura isolante che rende sempre ricco di fascino questo misterioso processo vitale[1].
Un rapporto che si rafforza e cresce con la nascita ed i primi anni di vita, quando il legame assume caratteri di esclusività: uno chiede e l'altra risponde con messaggi subliminali che solo loro capiscono [...] a poco a poco, la madre comincia a dare significato ai 'segnali fisici' del bambino, e tra la terza e la quarta settimana, parte il 'computer umano' e la madre inizia a creare la 'mente' di suo figlio. […]
È un ritmo ricco e stimolante di scambio, con una sincronicità e reciprocità perfette per quanto riguarda i bisogni, i tempi, gli stati del bambino. Madre e figlio 'si capiscono' e 'si sentono' attraverso un loro 'codice privato'1.
Ed è così che il rapporto si rafforza: la madre parla – anche se sa che il neonato non è in grado di capire il linguaggio – e poi attraverso il canto gli trasmette il proprio essere, il sentimento e cullandolo gli esprime il proprio affetto che, nel loro insieme andranno a creare l'ambiente adatto alla crescita.
Nel primo anno emozioni e sentimenti sono l'alimento della vita affettiva del bambino: è dal loro intreccio che nasce la capacità di amare e di essere amato. Il linguaggio dei sentimenti precede quello della parola. Ed è attraverso lo sviluppo affettivo che il bambino impara a poco a poco a pensare e a parlare.1
Con la crescita del bambino il rapporto cambia, si evolve in educazione: educare, deriva da educere, cioè guidare senza soffocare: affetto e rimprovero, hanno uguale importanza1.
Noi non sappiamo come Marzieh, la madre, abbia educato Abbas, l'autore non ce lo dice  forse perché, nonostante non abbia riserve nel raccontarci le difficoltà del suo viaggio verso l'Inghilterra sembra non riesca, o non voglia, affrontare un argomento così personale.
Quello che abbiamo sono, pertanto, dei flash, delle istantanee con le quali possiamo solo immaginare come sia stata.
Infanzia fatta di attenzioni, talvolta eccessive, di piccole incomprensioni che assumeranno un significato solo quando si realizzerà il destino del piccolo Abbas.
Il distacco. Cosa ha significato il distacco per il rapporto madre-figlio? Per la madre è un sacrificio eroico, necessario per il bene di Abbas eppure distruttivo, così doloroso che il padre preferisce limitarle i contatti con il suo bambino lontano.
Se la madre si era sentita colpevole quando il figlio  giocando in cortile si era ferito quale sarà stata la sua frustrazione ora che l'aveva “abbandonato” a soli 9 anni?
Nonostante questo la madre di Abbas, nei pochi casi in cui riesce a comunicare con lui, per telefono o lettera, riesce a trasmettergli fiducia, una fiducia assoluta nelle sue capacità che lo aiuterà a superare le crisi.

Emma Castellan



[1]Le frasi in corsivo sono tratte da Giovanni Bollea “Le madri non sbagliano mai” Feltrinelli 2002

3 commenti:

  1. Post splendido! Il rapporto tra madre e figlio è qualcosa di speciale e unico. Quando si è piccoli si considera la figura materna come un punto di riferimento dal quale non ci si vorrebbe più allontanare.
    E' commovente riconoscere come l'amore materno possa spingere una madre a sacrificare anche la propria vita per il bene di un figlio. Marzhieh è senza dubbio una donna che è stata disposta a rinunciare alla vicinanza di Abbas proprio per la serenità di quest' ultimo: ha dimostrato di avere una grande forza d'animo nel decidere di allontanarlo dalla sua famiglia, perché sapeva che se non lo avesse fatto, Abbas avrebbe assistito agli orrori della guerra. Solo l'amore di una madre può spingersi ad un così grande sacrificio.
    Alessia Liotto

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  2. Bel post!
    Il rapporto che c'è tra madre e figlio è qualcosa di indescrivibile.
    Io con mia madre ho un rapporto splendido...è quasi un'amica per me.Ci diciamo tutto senza problemi e,appena ho qualcosa che non mi torna, vado da lei e ogni dubbio svanisce dalla mia mente.
    È difficile spiegare cos'è per me mia madre.Semplicemente lei per me è tutto.Le voglio un bene dell'anima e solo il pensiero di non poterla più vedere mi distruggerebbe dentro.Per Abbas non deve essere stato facile partire senza sua madre,la persona che,fin da quando era piccolo,si è presa cura di lui.
    Essendo molto attaccata a mia madre non penso che ce la farei a partire senza di lei,ecco perché ammiro molto Abbas per la sua forza e il suo coraggio.
    Chiara Pegoraro

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  3. Post commovente....il rapporto che si stabilisce tra madre e figlio parte da subito, fin dal concepimento e per tutti i nove mesi di gravidanza.Viene coccolato protetto,ascolta la voce della mamma,ecc.. tutto questo è un rapporto speciale e indefinido che si stabilisce da questi due individui.Infatti, i bambini sono sempre più attaccati alla mamma che al papà, perché la mamma è colei che l'ha tenuto in grembo è che li ha dato vita.Io non so se sarei riuscita all'età di 9 anni a separarmi dai miei genitori, andando a vivere in un altro paese, come ha fatto Abbas. Non sarei stata in grado di vivere per lunghi mesi in una città del tutto sconosciuta, senza le coccole e le parole della mia famiglia.
    E.B.

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